
Fonte foto: Twitter (tribundergi)
Mateo Retegui è uno di quei giocatori che sembrano spuntare dal nulla, e invece dietro c’è una storia lunga e sorprendente. Nato a San Fernando, in Argentina, nel 1999, Retegui cresce tra calcio e hockey su prato sport praticato dalla madre, ex olimpionica. Il suo fisico imponente lo porta presto a scegliere il pallone.
Cresce calcisticamente nel Boca Juniors, ma fatica a imporsi. I prestiti a Estudiantes e Talleres lo aiutano a maturare, ma è al Tigre che esplode davvero: nella stagione 2022 segna a raffica e finisce sotto i radar… della Nazionale italiana.
Una chiamata inaspettata e un debutto con gol con la Nazionale Italiana
Grazie al bisnonno originario di Canicattì, Retegui ha il passaporto italiano. Quando Roberto Mancini lo convoca nel marzo 2023, in molti storcono il naso. Ma Mateo zittisce tutti: debutta contro l’Inghilterra e segna. Gol anche alla seconda presenza, contro Malta. La sua grinta, il senso del gol, la fame: tutto ricorda un attaccante d’altri tempi.
Spalletti ne fa una pedina preziosa nel suo nuovo ciclo: non è un titolare fisso, ma ogni volta che entra porta fisicità e pericolosità in area.
L’arrivo in Serie A e la sfida al futuro
Dopo l’exploit in Nazionale, nel 2023 il Genoa lo porta in Italia. Nonostante le difficoltà di ambientamento, Retegui si impone grazie alla sua tenacia. I tifosi lo apprezzano per il lavoro sporco, la capacità di sacrificarsi e la fame costante.
Oggi è uno dei centravanti più interessanti nel panorama italiano. Non è ancora un top player, ma ha il fuoco dentro. E in un calcio che premia troppo spesso solo la tecnica, la storia di Retegui fatta di umiltà, famiglia e orgoglio è una boccata d’aria vera.
Ad oggi però, dopo l’ottima stagione compiuta con l’Atalanta a suon di gol e diventando il capocannoniere della stagione 2024/25, decide di lasciare l’Italia e di trasferirsi in Arabia Saudita, e probabilmente dirà addio anche alla Nazionale, ma chissà se un giorno tornerà.
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