
Fonte foto: X (juventusfcen)
Federico Gatti non è un calciatore come gli altri. Prima di affrontare Mbappé o Lautaro, affrontava turni notturni in fabbrica e lavori come muratore. La sua è una di quelle storie che sembrano inventate, e invece è tutto vero: il centrale bianconero ha scalato le categorie con la forza di chi non ha mai avuto scorciatoie.
Originario di Rivoli, in Piemonte, Gatti ha giocato fino ai 23 anni tra Eccellenza e Serie D, alternando allenamenti serali a giornate massacranti sui cantieri. Nessun procuratore, nessun vivaio blasonato: solo fatica, sacrificio e una determinazione fuori dal comune.
L’esplosione con la maglia del Frosinone
La svolta arriva nella stagione 2021/22, quando il Frosinone lo acquista dalla Pro Patria. In Serie B si impone subito: leader, aggressivo, sempre concentrato. I suoi duelli fisici e la fame con cui difende attirano l’attenzione della Juventus, che nel gennaio 2022 lo acquista lasciandolo però in prestito ai ciociari fino a fine stagione.
Il passaggio alla Juventus segna l’inizio di un sogno diventato realtà. Allegri lo inserisce gradualmente, ma Gatti risponde sempre presente. Segna gol pesanti, come quello decisivo contro lo Sporting in Europa League, e si prende un posto nella Nazionale.
Dalla Serie D all’azzurro
Nel 2023 arriva la convocazione in Nazionale con Roberto Mancini, poi confermata da Spalletti. Gatti diventa uno dei simboli della nuova Italia: concreta, operaia, determinata. Un difensore vecchio stile con testa moderna.
La sua storia è un esempio per migliaia di giovani che lottano lontano dai riflettori. “Non ho mai smesso di crederci”, ripete spesso. E oggi, ogni volta che entra all’Allianz Stadium, porta con sé il peso — e l’orgoglio — di un passato che non ha mai dimenticato.
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